S.O.S. CAPRICCI: istruzioni per l'uso!

S.O.S. CAPRICCI: istruzioni per l'uso!

Diventare genitori è un compito estremamente impegnativo e carico di responsabilità, potremmo definirlo il "mestiere" più difficile al mondo.


I genitori che si trovano ad affrontare questa avventura, vengono chiamati a ristrutturare e riorganizzare la coppia – nonché se stessi - per accogliere il nuovo arrivato.

Capita, spesso, di ascoltare genitori frustrati ed esausti che descrivono i loro figli come oppositivi e tirannici, sempre capricciosi, col quale sembra impossibile mediare. Quel moto iroso, accompagnato da pianti e urla, talvolta con calci e pugni è una modalità con cui il bambino risponde ad una frustrazione, cioè quando non riesce a fare quello che vorrebbe o non vede soddisfatti i suoi desideri.

Molti genitori confondono gli atteggiamenti capricciosi con i Distrurbi Psicologici Infantili, ma questo è un vero e proprio errore.

I capricci non sono un "disturbo", ma un modo attraverso il quale il bambino tenta di affermare se stesso: è un momento evolutivo normale in cui il piccolo si sperimenta e scopre fino a dove può spingersi con l'adulto.

I capricci, dunque, sono movimenti relazionali...

senza un pubblico che osserva non si manifesta la "performance".


Bisogna ovviamente distinguere il capriccio vero e proprio dai comportamenti e le reazioni messe in atto dal bambino quando è particolarmente stanco o affamato, in tal caso è utile appagare il bisogno primario.

Esistono davvero delle istruzioni per l'uso? Cosa possono fare i genitori? Come dovrebbero comportarsi?

A nostro avviso crediamo che non esiste una risposta univoca, perché ogni bambino è differente dagli altri così come un genitore. Esistono però alcune indicazioni che potrebbero essere utili per i  genitori. Vediamone alcune:

1

Calma e pazienza: innanzitutto è indispensabile mantenere la calma ed essere pazienti, il bambino, attraverso il capriccio ci sta comunicando qualcosa. Non è facile, ma spazientendoci non facciamo altro che peggiorare la situazione.

2

Parola d’ordine: L’empatia è la capacità di “mettersi nei panni dell’altro”, immaginare come si sente e cosa prova. Essere genitori empatici vuol dire essere genitori consapevoli delle proprie emozioni e capaci di sintonizzarsi con quelle del bambino.

Il genitore dovrebbe chiedersi: “Che effetto mi fa quello che è successo?”; “Cosa sento?”; “Cosa provo?”; “Come posso esprimere il mio stato d’animo e condividere i miei pensieri in modo utile per l’altro?”

E’ importante che i bambini capiscano che il problema non è rappresentato delle loro emozioni, ma dai comportamenti messi in atto: tutti i sentimenti e tutte le emozioni sono accettabili e come tali vanno legittimati, ma non tutti i comportamenti lo sono. Dovremmo dire ad un bambino che va bene ciò che prova - magari dando un nome a quell’emozione - ma che esistono modi migliori per esprimere questi sentimenti. In questo modo lasciamo intatta la stima di sé  ed evitiamo l’associazione comportamento cattivo = bambino cattivo.

3

Dare limiti e regole ai bambini: in ogni famiglia esistono delle regole che devono essere chiare e rilevanti e i genitori devono essere coerenti: ci deve essere congruenza tra ciò che dicono e ciò che fanno. Spesso infatti, il genitore, in un certo momento, può chiedere il rispetto di una regola e, in un altro - magari perché sopraffatto dalla stanchezza - accetta la violazione della stessa. Questo comportamento non coerente genera confusione e insicurezza nel bambino che non imparerà a interiorizzare la regola e proverà, attraverso il capriccio, a volerla violare. Ricordiamo che esistono regole flessibili e negoziabili e che tutte le regole devono essere proporzionate all’età. I no, le regole e i limiti sono protettivi, non sono uno spazio opprimente ma cornici di riferimento.

4

Alleanza genitoriale e condivisione. La coppia genitoriale deve essere alleata: se la mamma dice no, il papà non potrà e soprattutto non dovrà dire si. I bambini sono osservatori per natura e sanno perfettamente chi è il genitore più flessibile alla violazione delle regole e dei limiti. Se i genitori non condividono il rispetto di una determinata regola dovrebbero discuterne per trovare un accordo.

5

Aiutare i bambini ad esprimere le loro emozioni: Formulare domande aperte per facilitare la comprensione e l’espressione delle emozioni e dei pensieri associati all’evento accaduto e/o al comportamento. (Come stai? Ti sei sentito..? Stai pensando…?)

6

Proporre alternative di comportamento: suggerire comportamenti diversi, proporre alternative aiuta il bambino a sviluppare nuove capacità.

Come dicevamo, non esiste la “ricetta magica” o delle linee guida per essere un “perfetto genitore”: ciascun genitore è portatore delle sue esperienze e vissuti passati ma è importante che entrambi imparino a collaborare. Uno stile educativo genitoriale troppo permissivo o troppo autoritario possono essere pericolosi: dare troppe regole rigide o non darne affatto non offre la possibilità al bambino di essere autonomo, responsabile e interdipendente.

Lo stile genitoriale autorevole sembra essere quello più idoneo: i genitori impartiscono regole chiare e concrete; sono aperti alla negoziazione e a rivedere il proprio punto di vista; sono rispettosi delle emozioni del proprio bambino; non sono invadenti o oppressivi; incoraggiano il bambino a comunicare e condividere i propri sentimenti.

 

Autori:

Dott.ssa Ilenia Cipollaro, psicologa, psicoterapeuta sistemico-relazionale 
ilenia.cipollaro@gmail.com

Dott. Paolofabrizio De Luca, psicologo, psicodiagnosta, psicoterapeuta e psicosomatista 
paolofabriziodeluca@gmail.com

 

Per informazioni ed appuntamenti:

Studio: Via G. Merliani 144 - Napoli Tel. 3937763680

giovedì 30 maggio 2019

Le Vie del Benessere

Dott. Paolofabrizio De Luca
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