Sindrome da abbandono. Il disturbo psicologico nelle "personalità abbandoniche":
Fidati di te ed impara a soffrire il giusto!
L'abbandono è una condizione sentimentale che suscita disagio emotivo e può divenire un vero e proprio disturbo psichico che caratterizza le cosiddette "personalità abbandoniche". Quando una relazione affettiva tra almeno due soggetti si interrompe, rischia di minare l'equilibrio psichico di chi subisce il distacco, che può provare sofferenza limitata, ma anche angoscia, reattività, disperazione e solitudine. Quanto più la separazione è inaspettata, tanto maggiore potrebbe risultare la difficoltà dell'abbandonato.
Essere abbandonati significa "essere messi al di fuori", "al bando". Così come un lutto improvviso mette fuori dalla nostra vita una persona cara, anche nelle relazioni sentimentali ed amicali, l'essere messi fuori dalla vita dell'altro è, in qualche modo, un lutto da rielaborare. Differenti fattori contribuiscono al quadro del sofferente: l'età, durata e tipologia del legame, i toni della frattura, ma soprattutto la personalità. Le dinamiche abbandoniche accompagnano lo sviluppo psichico sin dai primi momenti di vita e si correlano con l'assenza, momentanea o immutabile, delle figure genitoriali. Il cucciolo di uomo sperimenta ben presto che la sua esistenza dipende completamente dagli altri, generalmente dalla madre. Il realizzare la dipendenza dall'oggetto esterno è fonte di frustrazione che viene superata dall'apprendimento che la madre si occupa di lui, la sua presenza lo rassicura mentre l'assenza produce crisi, angoscia, richiesta di attenzione. Con lo sviluppo il bambino apprende che l'oggetto esterno in realtà è presente anche se lui non lo vede e sente. Nelle "personalità abbandoniche" l'angoscia infantile della separazione dall'oggetto rimane inconsciamente presente e si riattiva quando il "nuovo oggetto" verso cui si era articolata la dipendenza affettiva svanisce. La Sindrome da abbandono caratterizza soggetti (generalmente figli unici o primi figli) con bassa autostima, poca fiducia in se stessi, con notevoli bisogni di conferme e che hanno vissuto per molti anni la gestione delle crisi e degli imprevisti della vita attraverso gli altri, preferendo dipendere piuttosto che agire da soli. Tutto quello che non è andato nella direzione sperata produce la necessità di trovare un "terzo responsabile" verso il quale canalizzare rabbia e frustrazione. Spesso, questo loop attiva il senso del fallimento. La "personalità abbandonica" si sente in difetto, inadeguata, ha paura di sbagliare, tende all'insicurezza e costruisce relazioni "tutto o niente", dove si trova spesso ad allontanare e trattare male per avvicinare l'altro a se. Questi aspetti determinano differenti reazioni in questi soggetti che possono andare dal disagio alla completa disperazione, alla depressione e al perdere il senso della vita. Ogni evento critico mette in discussione tutto il mondo della persona che agisce in modo distruttivo; ogni volta è come gettare nel cassonetto dell'immondizia un bel lampadario solo perché si è fulminata una lampadina. Tale sindrome produce malessere anche nei familiari e nei conviventi di queste personalità, che impotenti soffrono e si preoccupano. Pur essendo difficile da trattare e da ristrutturare, la Sindrome da abbandono può essere gestita attraverso una psicoterapia che, in primo luogo, incrementi l'autostima, favorendo l'indipendenza, e, successivamente, conduca il soggetto ad apprendere come soffrire adeguatamente, senza distruggere se stessi o gli altri ogni volta.
Dott. Paolofabrizio De Luca, psicologo e psicoterapeuta
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