La relazione tra mente e corpo... meccanismo perfetto

Partiamo dalla concezione junghiana di corpo: "Sotto un certo aspetto, l'anima è un corpo vivo. Un corpo è materia animata".
Seguendo la Teoria dell'Inconscio "il corpo" viene concepito come una sostanza separata, diversa dall'anima. Esso, infatti, gode di una sua vita distinta ed autonoma. In tal modo, si finisce per abbandonare la classica concezione che identificava il corpo quale strumento dell'anima. Ma il corpo, inteso quale inconscio, è una realtà del tutto indipendente dalla coscienza e può ben essere considerato quale una macchina che cammina da sè. La concezione del corpo nelle teorie di C. G. Jung, daltronde, non è sempre univoca poichè, se da un lato il corpo viene considerato quale "entità autonoma" che segue propri modelli, bisogni e gioie, d'altro canto a volte, viene ritenuto sempre dallo stesso studioso come indissolubilmente legato alla mente, allo spirito ovvero alla psiche. Da quest'ultima visione scaturisce il concetto fondamentale dell'identità "mente-corpo".

Quindi, possiamo ben affermare che l'invocata separazione, tra la mente e il corpo, non è altro che qualcosa di sosotanzialmente convenzionale, in quanto ogni atto mentale implica necessariamente, nell'istante stesso in cui accade un corrispettivo chimico nel cervello umano e, quindi, nel corpo stesso. A guardar bene i due eventi non si verificano in diversa situazione spazio-temporale, vale a dire, uno prima dell'altro, ma possiamo ritenere che accadano insieme, in modo assolutamente sincrono. L'organismo è, quindi, strutturato in modo tale che tutto deriva da una completa compartecipazione. Non può esistere e neppure immaginarsi una separazione netta tra organi, ossia tra il corpo e la mente. Nè possiamo ipotizzare coesistenze gerarchiche tra gli stessi. Si può, di contra, affermare l'esistenza continua "dell'evento-uomo" che si estrinseca ed esteriorizza non solo nella sua sfaccettata complessità, ma anche in ogni istante, ad ogni livello, sempre in maniera specifica e diversa, rimanendo però in analogia con quel senso generale di cui ogni individuo è pur sempre portatore.
Il corpo, dunque, è da considerare, comunque, come un evento sincronico tra la psiche e la materia, ovvero mente e corpo, ove ogni cellula contemporaneamente lavora insieme al restante; parimenti però è anche in possesso di una coscienza unitaria del tutto uguale a quella dell'intero organismo di cui condivide il senso profondo e inconoscibile. Ugualmente il corpo è sempre in rapporto sincronico con l'ambiente in cui vive e che lo circonda. L'anzidetto rapporto viene costantemente mantenuto sia attraverso i cinque sensi, di cui siamo dotati, sia tramite una cosiddetta "condivisione di senso" come, ad esempio, quando osserviamo le "coincidenze incredibili" che ci fanno vivere delle situazioni del tutto inattese e, talvolta, anche ricche di senso per la nostra parte più intima e veritiera.
Alla luce delle predette considerazioni, perfino la stessa "malattia" deve essere intesa quale un evento che, in sincronia con "l'unità-uomo e il suo ambiente", conduce ad un senso profondo che, si badi bene, non riguarda solamente l'organo colpito dalla patologia, bensì tutto il corpo nella sua completa interezza in modo sincronico.

Paolofabrizio De Luca

domenica 03 marzo 2013

Le Vie del Benessere

Dott. Paolofabrizio De Luca
Psicologo - Psicoterapeuta - Consulente Tecnico d'Ufficio Tribunale di Napoli.
Studio in via G. L. Bernini 45 ed in via G. L. Bernini 76 - 80129 Vomero - Napoli. Tel. 3518112572
P.IVA 06096071219
Iscritto all'Albo degli Psicologi della Regione Campania num. 3473
© 2024

Privacy Policy - Cookies Policy

Sito protetto da reCAPTCHA: Privacy - Termini
Project and strategy by: Massimo De Luca